di certo tra queste righe deturberó ogni grammatismo e ridicolizzeró quel fantoccio che sono….sento giá rimbombare l´´´ eco del miei striduli rantoli nei sotterranei del mio macchinario mentale ma finalmente metto a fuoco il mio ruolo…..sono un artefatto rintanato nel suo angolino conscio del suo trasudante torpore pronto ad ampliare il suo raggio di azione in ogni circuito vitale. basta giri di parole, non sono una brava tessitrice emozionale. sono in questo vorticello, molto attenuato nei giri di giostra se non per quelle fitte tinteggiature di punteruolo che deturpano i contorcimenti
sono giunta alla serratura…..la chiave di volta di questo percorso sono IO impressa a marchio nello smascheramento di questo malessere. sono satura di inventiva ma rieccomi spesso a far roteare le cellulette grigie alla ricerca di intrattenimenti sensuali per ridar tono alla monella che giace sepolta tra le macerie ombrose di un passato che solo ora sembro in grado di allontanare
e qui sorvoliamo la cruda realtá, circolano tra i rettilinei di questi miei passi persone colte, dalle menti affinate e dai sopraffini palati che con la mia indole idiota e goffa….fatemelo dire altrimenti risulterei al mio animo solo una biforcuta serpe…..attiro e che rivestano in me ogni genere di accortezze di cui io credetemi non per ego rinnego ma so di certo di non meritare
siamo pur sempre gli artefici del nostro emozionale bagaglio, e io so che tutto il grigiume che mi accompagna arriva dritto dal mio epicentro
mi sento oppressa, schiacciata verbalmente e psicologicamente da chi mi sta a fianco ma dai Lidia…basta prenderti in giro, non che lui eccella di perbenismo o rispetto ma guardati sei il ridicolo pagliaccio dei tuoi timori
sei in quel dormiveglia passivo, ci sei finita tu a rasoterra e ora che finalmente ai alleviato gli stipiti e scorgi quanto sei ridicola non ti resta che raddrizzare l´ obiettivo e riprendere la mira
sta tutto li in quel pugno di dignitá adiposa che stringi tra i polpastrelli. Datti una strigliata nel posteriore e ammetti che ogni “appiglio_scusa esterna” non fa altro che infagottarti tra le carezze del disgusto
sei tu che non riesci piú a tenere a te stessa quanto dovresti, sei tu a rintanarti dietro quei rimproveri perché tu stessa sei arrivata a rispecchiarti inadeguata
alza il mento, ammetti che non vuoi piú piacere a te stessa che quel cibo che ingugiti attribuendolo allo stress, alla voce ingiallita di tua mamma che ti ha sempre vista grassa lo ingerisci solo perché ti fai schifo
ho sempre apprezzato quel mio andare contro_corrente, la spensieratezza del miei sbalzi di umore, quegli abbracci che partivano da lontano e contagiavano ogni particella
e ora stinteggio anche quel mio assolo genuino di non voler adattarmi, di non voler portare i paraocchi per omologarmi a quel palloncino sbiadito che mi sono ritratta addosso
ridicolo vero…pensavo di essere una mamma presente, che sa ascoltare e nonostante la poca intelligenza culturale come dire rassicurare ma ora che il mio autoritratto si sta sgretolando mi rendo quanto di quanto sia buffa anche in quel ruolo
basta un nonnulla e il cerume strutturale vacilla, il pizzicorio di quelle lamelle brucia sottopelle
tra queste mura sono una persona infima, che sventola lodi solo verso altri membri umani e che non sa accogliere il valore delle creature che ha portato in grembo e che….ora stanno spiccando il volo conficcando nelle mie viscere una lama ben affilata
non so cosa possiate cogliere di questo lamentoso bianco nero, ma lo dovevo a me