fenditure

Il cielo si infittisce di spilli luminosi

aleggia nel soffio dei primi tepori

l’ eco ovattato di quel desiderio

quell’essere dono di vita

un turbinio di battiti d’ali

e ora….

grava su di me quel senso di impotenza

schiena incurvata dal peso delle frecciatine

consapevole che tutto sobbolle

nel calderone adolescenziale

ma sto sbagliando tutto

ho perso la bussola emozionale

stanca di questo vorticare genitoriale

la grande succede del suo ciclo ormonale

rinfaccia e adombra su di sé ogni

gesto decisionale della piccola

che cibandosene aumenta le sue insicurezze

….vorrei solo respirare

ci passano tutti….sono paragrafi di vita che ti mettono spalle al muro con le ombre tue più insidiose e irrisolte

ri_getto

di certo tra queste righe deturberó ogni grammatismo e ridicolizzeró quel fantoccio che sono….sento giá rimbombare l´´´ eco del miei striduli rantoli nei sotterranei del mio macchinario mentale ma finalmente metto a fuoco il mio ruolo…..sono un artefatto rintanato nel suo angolino conscio del suo trasudante torpore pronto ad ampliare il suo raggio di azione in ogni circuito vitale. basta giri di parole, non sono una brava tessitrice emozionale. sono in questo vorticello, molto attenuato nei giri di giostra se non per quelle fitte tinteggiature di punteruolo che deturpano i contorcimenti

sono giunta alla serratura…..la chiave di volta di questo percorso sono IO impressa a marchio nello smascheramento di questo malessere. sono satura di inventiva ma rieccomi spesso a far roteare le cellulette grigie alla ricerca di intrattenimenti sensuali per ridar tono alla monella che giace sepolta tra le macerie ombrose di un passato che solo ora sembro in grado di allontanare

e qui sorvoliamo la cruda realtá, circolano tra i rettilinei di questi miei passi persone colte, dalle menti affinate e dai sopraffini palati che con la mia indole idiota e goffa….fatemelo dire altrimenti risulterei al mio animo solo una biforcuta serpe…..attiro e che rivestano in me ogni genere di accortezze di cui io credetemi non per ego rinnego ma so di certo di non meritare

siamo pur sempre gli artefici del nostro emozionale bagaglio, e io so che tutto il grigiume che mi accompagna arriva dritto dal mio epicentro

mi sento oppressa, schiacciata verbalmente e psicologicamente da chi mi sta a fianco ma dai Lidia…basta prenderti in giro, non che lui eccella di perbenismo o rispetto ma guardati sei il ridicolo pagliaccio dei tuoi timori

sei in quel dormiveglia passivo, ci sei finita tu a rasoterra e ora che finalmente ai alleviato gli stipiti e scorgi quanto sei ridicola non ti resta che raddrizzare l´ obiettivo e riprendere la mira

sta tutto li in quel pugno di dignitá adiposa che stringi tra i polpastrelli. Datti una strigliata nel posteriore e ammetti che ogni “appiglio_scusa esterna” non fa altro che infagottarti tra le carezze del disgusto

sei tu che non riesci piú a tenere a te stessa quanto dovresti, sei tu a rintanarti dietro quei rimproveri perché tu stessa sei arrivata a rispecchiarti inadeguata

alza il mento, ammetti che non vuoi piú piacere a te stessa che quel cibo che ingugiti attribuendolo allo stress, alla voce ingiallita di tua mamma che ti ha sempre vista grassa lo ingerisci solo perché ti fai schifo

ho sempre apprezzato quel mio andare contro_corrente, la spensieratezza del miei sbalzi di umore, quegli abbracci che partivano da lontano e contagiavano ogni particella

e ora stinteggio anche quel mio assolo genuino di non voler adattarmi, di non voler portare i paraocchi per omologarmi a quel palloncino sbiadito che mi sono ritratta addosso

ridicolo vero…pensavo di essere una mamma presente, che sa ascoltare e nonostante la poca intelligenza culturale come dire rassicurare ma ora che il mio autoritratto si sta sgretolando mi rendo quanto di quanto sia buffa anche in quel ruolo

basta un nonnulla e il cerume strutturale vacilla, il pizzicorio di quelle lamelle brucia sottopelle

tra queste mura sono una persona infima, che sventola lodi solo verso altri membri umani e che non sa accogliere il valore delle creature che ha portato in grembo e che….ora stanno spiccando il volo conficcando nelle mie viscere una lama ben affilata

non so cosa possiate cogliere di questo lamentoso bianco nero, ma lo dovevo a me

fiocaluce

una nottata come tante sovraccarica di bilanci e rilegature riverniciate a lustrini

vagabondaggia la zavorra su archi tirati ad arte da arcobaleni di carta

il passato con il suo salivastro rigetto incalza tra i polpastrelli mentali

un fine tratteggio che distanzia affievolendone la marcia a ritroso

che augurarsi in questo turbinio che non sento appartenermi

se non nuove pagine di schizzi

di mezze verità approvate qua e là nei divisori del procedere della vita

e a voi anime care uno scoppiettio di risate nude e crude

e l’ augurio di leggersci ancora tra le righe

proizioni

ci sono persone

corteggiatori di animi

che in silenzio sfiorano pupille assonnate

…sono presenze

affini

uniche

che interrogano lancette antiorario

di trascorsi pastello

non merito la brezza di questi ruscelli impetuosi

di questi ruscelli impetuosi

dissetate la vostra sete

su spiazzi piú assolati

io…

nel torpore delle mie adipositá

quieto il disgregante labirinto poetico

valigia

a te tempesta….

baluardo che sventra i miei sospiri

una tavolozza di colori

sulla ruota panoramica

di orizzonti chilometrici

timbri di prolungati abbracci

sul lungomare acquarellato dei ricordi

tra i polpastrelli i risvolti di una camicia

stropicciate labbra

protese verso quel….bacio

riavvolta la pellicola

indietreggio sul piastrellato del tuo uscio

sussulti di desiderio

al cospetto dell´ anticamera

dal fiabesco richiamo

scorci di lampi guidano il passo

languide voglie piroettano ombre

i nostri due corpi….che si rincorrono

in questa eterna danza di brividi

a pelo su nuditá da assaporare

piedi umidi intarsiati di granelli

trini di pensieri tra i risolini delle onde

vorrei intrecciarli tra le dita

i nostri sguardi protesi sulla volta celeste

di un cielo senza il filtri

dimmi….serpeggiando i fili disciolti

che non so destare

solo interesse da comparsa

schioppett_io

animo frastagliato

da uno sferragliare di giri di frullino

inamidata tela alonata

basta sferruzzare rime qua e là

mi sto frantumando in piccoli rivoli salivari

troppo aggravata

da quel mio sfuggire di sguardi

sono disgustata da

questo mio atteggia_mento

allibita dalla povertà di vocaboli labbiali

allontano pedine scomode

posture di passaggio

con la pretesa di dettare legge

basta un click

e cancelli dalla rete ogni traccia

ma come fai a sbianchettare ricordi

sfumature autentiche di anime

che seppur ora inacidite

dal tuo dormiente abbandono

hanno lasciato in te quel granello

che è diventato perla

sono disgustata

avvilita da questo retroscena reale

da questi avanzi di carogne

che si cibano della povertà

delle mie membra stanche

voglio aprire il mio palcoscenico

a nuovi atti

….che le battute prendano alito

sten_dardo

un buffo carillon

scampanella il suo motivetto

riecheggia su pollini dorati

la tarantella di un desiderio

il divenire….mamma

costruisci il nido

tinteggi le pareti

incrostazioni opache di risate

rimane solo l ‘alonato candore

a rievocate la purezza

di quegli sguardi

vigili baluardi del tuo

incompiuto ruolo di parti

s_mentendo

adoro assaporare

il gorgogliare della trasparenza

l’etichetta sbiadita

di uno sguardo opacizzato

rigetto agli angoli

lo spigolio civettuolo maschile

e mi crogiolo nel candore tiepido

di questa mia assenza

mala_lingua

ho voglia di scopare

di spazzare ogni ragnatela

da questa assopita monella

voglio assaporare ogni centimetro

percorrere le linee di tratteggio

che delimitano i tuoi zigomi

increspature ardite

di un corpo in….delirio

IMPURA